Soft Skills

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Ultimamente vanno molto di moda, soprattutto in contesti aziendali: sono le(?) Soft Skills, quella famigerata combinazione di capacità, attitudini, comportamenti, tratti caratteriali che, se liberati -quasi esaltati- consentono ad un individuo di operare meglio in ambiti sociali, comunicativi e lavorativi.

La Eastern Kentucky University si è pure presa la briga di catalogarne alcune, forse le principali:

  • Communication – oral speaking capability, written, presenting, listening.
  • Courtesy – manners, etiquette, business etiquette, gracious, says please and thank you, respectful.
  • Flexibility – adaptability, willing to change, lifelong learner, accepts new things, adjusts, teachable.
  • Integrity – honest, ethical, high morals, has personal values, does what’s right.
  • Interpersonal skills – nice, personable, sense of humor, friendly, nurturing, empathetic, has self-control, patient, sociability, warmth, social skills.
  • Positive attitude – optimistic, enthusiastic, encouraging, happy, confident.
  • Professionalism – businesslike, well-dressed, appearance, poised.
  • Responsibility – accountable, reliable, gets the job done, resourceful, self-disciplined, wants to do well, conscientious, common sense.
  • Teamwork – cooperative, gets along with others, agreeable, supportive, helpful, collaborative.
  • Work ethic – hard working, willing to work, loyal, initiative, self-motivated, on time, good attendance.

Quando ne sento parlare, mi scuserete, è più forte di me, sorrido.

Sorrido perché penso all’impreparato che magicamente, grazie ad esse, si trasforma in competente; all’impiegato con mansione A che diventa nottetempo esperto di B. Al follower che diventa leader, allo scarso che diventa fenomeno, all’ottuso che si trasforma in perspicace, all’antiquato che vira a visionario.

Poi, come stasera, arriva la Svezia, una squadra qualunque, poco “soft-skillata”, a ricordarci che per vincere occorre segnare; e per segnare bisogna tirare in porta. E per tirare in porta bisogna saper giocare. E per saper giocare bisogna… ah, le soft skills!


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