Googlare col turbo.

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rompere gli schemi

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Oggi parliamo di “Googlare“, neologismo ormai accettato dai più, tanto che la Treccani lo definisce: “Cercare con Google, fare una ricerca attraverso la rete telematica, servendosi del motore di ricerca Google”.

La maggior parte di noi ‘googla‘ per cercare un’informazione, un indirizzo, un suggerimento; ed è normale che sia così, perché così ci hanno insegnato (o meglio, ci hanno abituati). Si usa il motore di ricerca per verificare, ad esempio, se qualcuno, dall’altra parte del mondo, ha già trovato una soluzione al nostro problema. Ed è normale che sia così, perché così ci hanno… abituati.

Come fare per migliorare l’uso del motore di ricerca? Semplice: disabituiamoci. Non al suo uso, intendiamoci, ma al livello, alla precisione, soprattutto alla quantità delle risposte che ci aspettiamo di ricevere. Quanto sarebbe bello, insomma, se fossimo direttamente noi ad immettere in rete la soluzione ad un problema? Ricevendo dal motore di ricerca un numero di riscontri prossimo allo zero. A confermare, probabilmente, che è ancora il nostro cervello -intelligenza biologica e non artificiale- ad elaborare soluzioni, trovare risposte, inventare cose… sognare.

Vero?

(photo: Nell)

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