Il “Pay per Use”, il “Pay as You Go” e derivati, sono concetti che oramai -grazie a cloud, startup e consumo collaborativo (eh?!? ah, la “sharing economy“)- si sono affermati nel nostro quotidiano; sia per i singoli, sia per le imprese.
Però, e c’è un però, l’imprenditore che manifesta remore e titubanze nell’adottare, implementandoli, questi nuovi paradigmi, un po’ lo capisco; economia stagnante, situazione geopolitica incerta, insicurezza generale, crisi di coppia… Rio Bo’ e Biancaneve (cit.).
E quindi che si fa? Si conia un nuovo modello, gli si affibbia un nome leggermente modificato (vero Apple?) e si diventa ricchi e famosi!
Il “Please Pay per Use“, ecco la novità, un modo gentile -“materia” che di fatto scarseggia nelle economie moderne- di proporsi al mercato, in punta di piedi, ma con la solidità di un’offerta affermata che consentirà, forte di tutto ciò, all’imprenditore di cui sopra di chiedere quasi “per favore” di essere remunerato. A corollario di questo, si metta agli atti, onestà nei rapporti tra le persone, quindi le aziende, il mondo intero. Rio Bo’ e Biancaneve, per l’appunto.
Scopri di più da Luca Bonesini
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