Bisogna provare, provare, provare, provare, pro…vare, provare, provare e poi ci si riesce bene…si lancia e si riprende…anche tre o quattro volte…

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Provare provare provare

Provare provare provare

La scena, dal film ‘Non ci resta che piangere‘, m’è apparsa in sogno -ero ad occhi aperti- durante la partecipazione ad un evento ICT nostrano; una decina di attempati ospiti (quelli che vendono il software) sul palco, con di fronte un’altra cinquantina di attempati ospiti (quelli che comprano il software). Una mattinata trascorsa ad ascoltare interventi di un certo livello, ben esposti, un po’ meno ben presentati (non è solo colpa di Powerpoint, poverino), citando business, budget, strategy, management, challenging, CIO, CEO, CIP e CIOP.

A chiudere, infine, una domanda dal pubblico; tecnica, stranamente (ma non si vendeva software qui?). I dieci ospiti, gli attempati alla pari degli altri cinquanta, quelli sul palco però, si guardano smarriti: non lo avevano previsto. Forse non si erano preparati. Nessuno sa rispondere. Attimi di puro panico, salvati solo dal suono liberatorio della campanella (“Il buffet è servito al piano superiore!”).

Una fotografia dell’ICT del Belpaese? Credo proprio di no (il recente Codemotion, al contrario, è un esempio virtuoso). Il rischio, comunque, c’è; e l’unico modo per mitigarlo è quello di continuare ad essere curiosi, informarsi, conoscere, aggiornarsi, studiare, imparare. E quindi provare, provare, pro..vare, provare…


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