Vorrei fondare una startup. Non innovativa, però: di quelle è pieno il mondo. La startup si occuperebbe alternativamente di SA (Stupidità Artificiale) e di IR (Intelligenza Reale). Potrebbe esplorare l’infinito di RnA e RnV (Realtà non Aumentata/non Virtuale) usando strumenti di MF (Machine Forgetting) per sviluppare l’IonT (Internet of not Things).
Naturalmente costruiremo una piattaforma a macroservizi, nei più sani principi del rigido, perché l’agile lo fanno già tutti, tutto ospitato dal mio vecchio 386 di casa, perché nel cloud -non ci piove- non ci vogliamo andare.
Integrazioni e delivery a singhiozzo, un po’ close, un po’ open, molto a mezza serranda abbassata, puntando all’exit, passando dall’entrance, più disciplined che disruptive, perché siamo brava gente noi.
Benvenuti i late adopters, i single-funder, i devil investor e il ROI. Che dalle mie parti, nella bassa bergamasca, significa… lasciamo perdere.
Se non ti interessa e non vuoi collaborare, non lasciare nessun commento qui sotto.
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