A depurare le acque, ad esempio. E’ il caso del RCBR (Rotating Cell Biofilm Reactor), sistema nato da ricerca e spinoff dell’Università di Pavia, già vincitore di importanti premi in passato (progetto SmartCaps). Ecco come funziona:
“Le macchine RCBR sono moduli autoinstallanti di dimensioni molto contenute che realizzano il processo di rimozione degli inquinanti organici biodegradabili composti da carbonio, azoto e fosforo attraverso un processo biologico noto come “sistema a biomassa adesa”.
In questi sistemi, oggetti plastici, detti “carriers (trasportatori) biologici” vengono messi a contatto con le acque reflue da depurare e sviluppano autonomamente un biofilm batterico in grado di “nutrirsi” delle sostanze inquinanti presenti nelle acque restituendo acqua pulita all’ambiente”.
Indovinate un po’ cosa sono questi oggetti plastici, detti ‘carriers’…
“Negli impianti di depurazione meccanici o a biomassa adesa come l’RCBR sono elementi plastici in polietilene o altre plastiche a fornire il supporto per la crescita del biofilm”.
“ECO-SISTEMI utilizza quale carriers batterici i tappi di plastica delle bottiglie usati. Si tratta di un materiale nobile e indistruttibile disponibile sul mercato a prezzi molto bassi”.
Quindi raccolta tappi (solo tappi, non bottiglie fatte di materiale diverso) = materiale di consumo per impianti di depurazione = profitto (per no-profit, possibilmente!).
Scopri di più da Luca Bonesini
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