La notizia dello smascheramento di builder.ai – l’azienda britannica che vendeva servizi di intelligenza artificiale per la programmazione, mentre in realtà si affidava a un esercito di settecento sviluppatori indiani nascosti dietro le quinte – è passata quasi inosservata. Forse perché, in fondo, tutti temiamo che l’hype attorno all’AI possa improvvisamente sgonfiarsi. O forse perché, oggi, esistono davvero aziende che offrono quei servizi con l’AI – e funzionano.
Ora, proviamo a immaginare uno scenario simile applicato ai video generati con l’AI, come quelli di Veo 3, Sora e simili. Dietro le quinte, invece dei soliti algoritmi, troveremmo una schiera di attori, comparse e cantanti direttamente da Bollywood. Pronti a rivedere Humphrey Bogart che balla e, con un marcato accento di Bangalore, pronuncia: “È la stampa, bellezza…”?
Sorrido. Sorrido… ma penso.
Scopri di più da Luca Bonesini
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