Leggo: ‘Lte, Bernabè: “Licenze onerose. Sottratte risorse ad investimenti“‘ e rimango sgomento. Il numero uno di Telecomitalia, tra le assegnatarie -quest’ultima- delle frequenze messe all’asta dal Tesoro per la prossima generazione di fonia mobile, si lamenta dell’eccessivo esborso, pur se atteso (“…che noi sapevamo sarebbe stata onerosa, per delle frequenze non disponibili se non tra un anno e mezzo“.), e mette in guardia il governo sull’utilizzo di questi soldi.
L'(ex?) monopolista, d’altro canto, può tranquillamente permettersi di parlare di “attenzione da parte degli operatori nel mantenere i flussi di cassa“, di “abbassamento del rating nei confronti dell’Italia deciso dall’agenzia americana Standard & Poor’s” e di “sottrazione di risorse in un momento in cui bisogna rilanciare la crescita” -un bel minestrone insomma- lasciando senza risposta il quesito seguente: ma questa operazione non è, a tutti gli effetti, lei stessa un investimento?
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