Un sole al sole si unisce lassù

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padrone di niente

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Da sinistra a destra: Amos, Luca, Simone, Andrea e Stefano. Era il 1990 e già da un paio d’anni -dalle parti di Parabiago- strimpellavano i ‘Padrone di Niente‘. La woodstock Legnanese, il criticatissimo Festival Rock di Rescaldina, tante serate nei locali della provincia tra cover e “pezzi” di produzione propria; acerbi, forse, ma suonati con passione, gusto ed energia. Puro divertimento, solo per il piacere di suonare, senza troppo chiedersi se avessimo l’Ics-Factor, come invece si fa oggi.

Ne è passato di tempo e Simone, cresciuto formidabile chitarrista, oggi sposa la sua Simona. All’unisono, un ricordo lungo venticinque anni, i nostri auguri e cantiamo…

Ehi ragazzo, dimmi cosa c’è?
La gente fugge, fugge via da qui.
Da una vetrina una radio dice che
stanno arrivando, sono già sopra di noi

Berlino è già distrutta ormai,
tra poco toccherà anche a a noi.
Un bimbo piange per la strada,
la madre non lo cerca più.

La gente fugge, lascia la città;
ognuno corre dove nessuno sa.
Molla tutto e vieni accanto a me,
voglio morire vicino a te.

E da lontano una luce si vede già,
sarà la bomba che tra poco esploderà.
Un sole al sole si unisce lassù,
e raggio dopo raggio si taglia il blu.

Stringimi e non aver paura,
tra poco tutto finirà.
Guarda, è in fiamme la pianura,
l’odio ha vinto la pietà.

(“La fine”, PdN 1989)

simone e simona


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