C’è un fenomeno comunicativo che sta conquistando le nostre chat: qualcuno decide unilateralmente che la conversazione è finita, e lo fa con un emoji.
Il Protocollo Non Scritto
È ormai prassi consolidata, soprattutto tra i meno giovani, chiudere qualsiasi discussione online con un emoji strategico. Non importa quanto articolata sia stata la chat o quanti punti siano rimasti in sospeso: arriva il pollice in su, la faccina sorridente o le mani giunte, e la conversazione è ufficialmente terminata.
Tu: “Quindi ricapitolando, dovremmo prima verificare con Michele, poi sentire cosa ne pensa Stefano, e magari…“
Loro: Pollice in su.
Fine. Non c’è appello, non c’è replica.
Il Caso degli Auguri
Ancora più interessante è l’uso dell’emoji come risposta agli auguri. Ti scrivono “Buon compleanno!” con messaggio personalizzato, tu rispondi con una faccina festosa. Conversazione chiusa, alla prossima occasione sociale obbligatoria.
Lo stesso per congratulazioni per il nuovo lavoro, auguri di laurea, bentornato dalle vacanze. Un vocabolario di chiusure monosillabiche visive che evita la fatica di scrivere “Grazie!”.
Conclusioni
C’è una certa genialità in questo sistema: sembrare educato senza impegnarsi, evitare conversazioni che non interessano, rispettare le convenzioni sociali con il minimo sforzo.
Nessun manuale di netiquette lo contempla, eppure tutti sappiamo perfettamente cosa significa quando arriva quell’emoji finale. È il protocollo non scritto della comunicazione digitale boomer.
Scopri di più da Luca Bonesini
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.