L’intelligenza artificiale “generativa” (GenAI) e quella “agentica” (AgenticAI) rappresentano due approcci distinti nell’ambito dell’AI, con differenze fondamentali nelle funzionalità e nelle applicazioni:
- quella generativa viene utilizzata per creare nuovi contenuti (testi, immagini, audio, codice) basandosi su dati di addestramento, tramite modelli statistici che generano output originali partendo da prompt specifici, combinando pattern appresi durante il training (GPT-4, DALL-E, Stable Diffusion, etc.)
- quella agentica viene utilizzata per eseguire azioni autonome, prendere decisioni e modificare le condizioni per raggiungere gli obiettivi, combinando percezione dell’ambiente, pianificazione dinamica e apprendimento continuo, interagendo con sistemi esterni tramite API; agisce proattivamente, senza necessità di input costanti, adattandosi a situazioni impreviste (robot industriali che ottimizzano processi, help desk automatizzati per la gestione di ticket, etc.)
Detto questo, resto convinto che utilizzare sistemi di natura complessa per risolvere problemi relativamente semplici porti a risultati straordinari, garantendo all’umanità intera di condurre una vita ricca di soddisfazioni, principio base della conservazione della specie e, potenzialmente, generando notevoli benefici economici a chi, questi sistemi, li propone e mette in opera.
Nell’ecosistema aziendale, nel mondo business, ad esempio, suggerirei di implementare un Agentic AI che si occupi di aggiornare le slide di tutti quei maledetti powerpoint che proiettano -Anno Domini 2025- la scritta “Copyright © 2017 ACME Inc.“; correggendo automaticamente la data, in real-time, allineandola a quella dell’ultimo veglione di capodanno.
Easy-peasy AI.
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