Un futuro sostenibile, tra prato e divano

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Lo “sfalcio ridotto”, questa nuova rivoluzione verde, quella che tutela la biodiversità e nobilita la qualità dell’aria, che riduce l’impronta ecologica e sfida i cambiamenti climatici, è nato anni fa nel modesto retro di casa mia, e ne posseggo inconfutabili prove. Altro che ingegneri ambientali e super esperti dei comuni!

Sono anni che taglio l’erba del mio giardino una volta sì e le altre dieci… beh, assolutamente no.

E non chiamatela pigrizia, perché si tratta, in verità, di illuminata intuizione ecologica, precorritrice dei tempi, un vero atto di pura innovazione. Inconsapevole, forse, ma pur sempre frutto di quel lampo di genio che solo chi padroneggia l’arte raffinata e meticolosa del procrastinatore seriale può comprendere.

Quindi, quando incappate in prati incolti in città o in rotonde che sembrano evocate direttamente dalla giungla amazzonica, non scambiateli per segni di trascuratezza, ma riflettete invece sulla possibilità di un futuro più sostenibile, di piante beate, di aria incontaminata e cieli di un azzurro turchino… e pensate a me, serenamente adagiato sul divano, intento a scorgere la prossima sfida dell’innovazione.


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