Durante il concerto di Natale, a fine esibizione, un signore anziano si avvicina e mi fa un complimento: “Bravo, hai sempre guardato il maestro.”
Sorrido, ringrazio… e intanto penso che in fondo è tutto lì.
Saper leggere la musica, studiare le parti, migliorarsi: è importante, certo. Ma non basta.
Perché nel suonare insieme -come nel lavoro, o nella vita- serve un altro elemento, spesso sottovalutato: seguire la direzione, guardare il maestro.
È lui che dà il tempo ai cambiamenti, che unisce i singoli in un tutt’uno armonico, che guida senza suonare. E noi, ciascuno con il proprio strumento, possiamo anche essere virtuosi solisti… ma se non guardiamo il maestro, suoniamo fuori tempo.
Ecco allora che la vera magia del gruppo nasce lì: quando competenza individuale e ascolto collettivo si incontrano. Quando si studia da soli, ma si suona insieme.
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