Just a castaway, an island lost at sea, oh
Another lonely day with no one here but me, oh
Inizia così, con “Message in a bottle” e il gran boato dei seimila spettatori, il concerto di Sting, ieri sera in piazza Sordello a Mantova. Due ore di suoni, ritmi e parole. Quelle straconosciute, giunte sin qui dai pezzi dei Police degli anni ’80, quelle un po’ meno canticchiate, invece, figlie della lunga e variopinta carriera musicale dell’artista inglese.
Una piazza divisa tra giovani, noi cinquantenni o giù di lì, e meno giovani, i coetanei di Sting. Generazioni unite dall’amore per l’artista e le sue opere, generazioni unite nel canto dei versi di “Roxanne” e “Englishman in New York“. Generazioni unite anche dall’alto tasso di malori dovuti al caldo, quei soffocanti trentasei gradi centigradi ed umidità che hanno messo in difficoltà molti Stinger della prima ora.
Mantova, poi, è un piccolo gioiello incastonato nella bassa. Piazza Sordello, a sua volta, è un altro piccolo gioiello incastonato nel centro storico di Mantova.
Per quasi tutta la durata del concerto, purtroppo, smartphone elevati al cielo, come da manuale, per riprendere una scena particolare, registrare lo spezzone di un brano, scattare una fotografia o andare live sul social di turno. Qui, come ai concerti dei nostri figli, un problema intergenerazionale.
Problema, sì, perché sono fermamente convinto che riprendere per rivedere poi, per dire “io c’ero“, toglie molta della magia del guardare, ascoltare ed esserci. Lì, tu, in quel momento (oltre ad evitare qualche dolorino agli arti superiori, ma questo ai fan di Luchè non interessa).
E allora perché non limitare le riprese, gli scatti, a quei pochi momenti veramente personali? Il selfie con gli amici, l’inquadratura di una scena particolare, l’euforia del momento. E lasciar fare, invece, le riprese e le registrazioni in alta qualità ai professionisti che si occupano del service al concerto. Per dare in pasto poi ad una generative artificial intelligence, tutto il materiale registrato, da noi e dal service, ed ottenere un video -ad esempio- mix dei contenuti di qualità e dei nostri personalizzati?
Paghereste qualche euro in più all’organizzatore del concerto per questo servizio? Quanto, secondo voi?
Scopri di più da Luca Bonesini
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