Altro che cimici ambientali, software spia nei router cinesi o app che ti ascoltano mentre parli con il gatto. La vera arma di controllo delle masse è… frizzante. Colorata. Spesso rossa, ma non sempre. Dolce come una carezza, e letale come un algoritmo mal tarato.
Sì, parliamo delle bibite gassate. Quelle che popolano frigoriferi, scrivanie d’ufficio e menti offuscate da una giornata di call su Zoom e notifiche push. Oltreoceano – ma mica solo lì, eh – hanno trovato il modo perfetto per tenerci buoni: altro che Orwell, qui siamo in pieno “Zucchero e Potere”.

Pensateci: cambia l’etichetta, il colore della lattina, magari il testimonial. Ma la sostanza è sempre quella: litri e litri di zuccheri raffinati sparati in vena (ops, in cannuccia), con picchi glicemici che manco l’ultimo salvataggio del data lake. E alla fine della giornata, mentre buttiamo tutto nel cestino, c’è chi osserva. Sì, loro sanno. Basta contare i barattoli.
- “Quattro lattine oggi? Uh, il signor Rossi è pronto a credere a qualunque post su Facebook, anche a quello che dice che i piccioni sono droni del governo.“
- “Sei lattine? Perfetto, domani gli vendiamo un abbonamento lifetime al metaverso di qualche startup sconosciuta.”
- “Dieci? Benissimo. Voto favorevole garantito al prossimo referendum per legalizzare il ketchup come valuta nazionale.“
Altro che tracking via GPS. Qui si misura la soglia di credulonaggine a base di sciroppo di mais.
E allora la prossima volta che aprite una lattina e sentite quel pssshhh inconfondibile… chiedetevi: è solo anidride carbonica, o è l’eco di un sistema che vi osserva e prende appunti?
Cin cin. Ma con moderazione, che il prossimo algoritmo potrebbe avere sete.
Scopri di più da Luca Bonesini
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