Scusi chi parla? No, mio papà non c’è

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Due telefonate ricevute nel giro di un’ora, a sole già abbondantemente tramontato, da due tizi che si annunciano rappresentanti di “Telecom Italia” (impossibile identificarli: anche il caller-id è oscurato). Mi pongono due domande secche riguardo la legge sulla privacy; mi avvisano che quanto stanno facendo loro non lo potrà fare nessun altro operatore concorrente, perchè non in possesso del mio accordo; e chiudono con un “D’accordo?”.

Io sto al gioco e rispondo “D’accordo”. Percepisco soddisfazione all’altro capo del filo.

L’ultima domanda è decisiva: “Lei è il Sig.Bonesini, vero?”. Rispondo negativamente.

“Comunque lei è maggiorenne, vero?”. Altra risposta negativa. Silenzio di tomba, euforia smorzata, delusione dell’operatore. “Richiamerò”, dice chiudendo la telefonata.

Nulla di personale con l’azienda ex-monopolista anche se non si è ancora degnata di far arrivare l’adsl quaggiù; non mi piacciono, invece, le telefonate simil-anonime a tarda ora, le persone insistenti, le domande subdole delle persone insistenti e i manager che insegnano a queste persone di essere subdole ed insistenti.


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