Charlie Rose è un giornalista americano che seguo da tempo; serio, ma non troppo serioso, spazia dalla politica alla tecnologia con assoluta disinvoltura, portando nel suo studio -che io ricordi così “buio” da anni- personaggi di ogni genere. In Italia è possibile seguirlo tutte le sere, alle 20, su Bloomberg. Il suo sito, sopratutto la sezione video, è un immenso e moderno archivio storico: vi si possono ritrovare molte delle interviste effettuate dalla metà degli anni ’90 ad oggi. Ecco quindi rispuntare:
- Bill Gates/Microsoft, 1996, a godersi -uomo più ricco del mondo- gli incassi di Windows 95;
- Eric Schmidt, 1997, era pre-Google, parlare del futuro (sigh!) di Novell;
- Jerry Yang, 1999, quando la sua Yahoo faceva scuola;
- Larry Ellison, fondatore di Oracle, nel 1995 senza barba, nel 1996 con il nuovo look;
- Larry Page e Sergey Brin, di Google nel 2001;
- Linus Torvalds, il signor Linux, nel 2001;
- Jeff Bezos, Amazon, nel 2000;
- un imperdibile Steven Ballmer, Microsoft, nel 1997;
- Steve Jobs, nel 1996 con la sua Pixar.
Ed ancora, della serie “connazionali alle prese con la lingua Inglese“:
- Romano Prodi, nel 1998, apparentemente euforico per l’apparizione alla TV Americana;
- Luca Cordero di Montezemolo, 2002, col decreto salva Ferrari;
- Luciano Pavarotti, 1994;
- Mario Platero, Claudio Gatti e Anna Guaita, 2011, a discutere di Berlusconi;
- Gianni Riotta, giornalista, nel 1998.
Molto materiale per vivaci retrospettive, non credete?
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