“I miei riferimenti sono in calce alla mail”. Un energico scroll del mouse, un volo transoceanico su paragrafi, qualche volta capitoli di testo che mai leggerò e, una volta arrivati in fondo, in calce per l’appunto, occhi sgranati, inizia lo spettacolo.
Aperto il sipario, l’occhio scorre rapido sulla forma: quante righe? Quale carattere? Grassetti e corsivi ne abbiamo? Grafica e link?
La firma in calce alla mail è molto più di un biglietto da visita, non solo ci racconta di mestieri, ceti social-lavorativi e livelli di autostima. E’ una vera seduta di psicoanalisi. Lui, il mittente, allungato -ad occhi chiusi- sul lettino di fianco a te. E tu, il destinatario, come uno Jung qualunque, lì ad analizzare le viscere e le interiora del suo Outlook.
Nel libro bianco del buon firmanalista, col passare del tempo, sono comparsi scritti, commenti, appunti ed annotazioni. Costituendo, di fatto, un ricco database di profili di perfetti emailer.
Eccone alcuni:
- il Minimalista: si firma solo con nome e cognome, ama l’essenziale ed in fondo spera che nessuno provi a rompergli le scatole più di tanto, cercando in qualche altro modo di reperire il suo numero di telefono
- il Minimalista Talebano: si firma solo con le iniziali, tanto il sistema di posta lo ha già annunciato in testa alla comunicazione. Indossa camicie con le iniziali ricamate su polsini e basso ventre
- il Boomer: appena sotto nome e cognome aggiunge l’indirizzo dell’ufficio, completo di via, civico, località, provincia e codice di avviamento postale. Se lavora in una multinazionale specifica anche la nazione. A lui, la pandemia non lo ha sfiorato nemmeno di striscio
- il Boomer Nostalgico: si firma come il boomer qui sopra, ma rilancia con l’asso di bastoni a briscola, quando la briscola è bastoni, specificando numero di telefono del centralino, il suo interno personale ed il fax
- il Social Wannabe: si firma mettendo in evidenza i suoi profili social. È giovane, forse azzardatamente inesperto, se cita solo TikTok e OnlyFans. È giovanile, quindi probabilmente imparentato con i boomer di cui sopra, se tra i social compaiono solo facebook e twitter
- il Senior Boomer: si firma solo con testo, possibilmente caratteri in codifica UTF-8. “Ha fatto la guerra”, quella delle integrazioni ed interoperabilità tra sistemi, ne conosce le debolezze, sa distinguere la bontà del messaggio in uscita rispetto all’incertezza di quello in arrivo. E “a lui non la si fa”
- il Graffitaro: si firma usando una quantità industriale di elementi grafici: loghi, fotografie ed altro ancora. È un ottimista di natura ma, quasi sicuramente, non ha mai lavorato con il Senior Boomer qui sopra
- il Manzoniano: l’ultima riga della firma è una citazione famosa, un virgolettato. Quasi sempre un motivazionale, caratterizzato da elementi forti, molto positivi. Lui ha mangiato la Treccani, forse è abbonato ad aforismi punto qualcosa, ed è molto probabile che il vero ed unico destinatario del messaggio sia proprio lui
- l’Uomo Sandwich: segnala i prossimi eventi da appuntare in agenda: meet-up, webinar e conferenze. Gli hanno probabilmente “suggerito” di farlo quelli dei piani alti. È altrettanto probabile che non parteciperà a nessuno degli appuntamenti segnalati
- il FOMO (fear of missing out): si firma con tutti gli elementi segnalati sin qui: nome, cognome, indirizzi e numeri vari; segnala eventi, cita frasi famose, sciorina un elenco infinito di link e ci tiene a sottolineare di essere egocentrico quando punta al proprio blog personale, di voler intavolare un dibattito se il link dice Twitter, di essere in cerca di lavoro se è LinkedIn a farla da padrone, di sognare gli incassi di quelli più famosi se compaiono video di YouTube, di amare con tutto se stesso il cazzeggio se sono Instagram, Snapchat, Facebook e TikTok a prevalere sugli altri
- l’Innominato: semplicemente non si firma
E tu? In quale pagina del libro bianco compari?
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