Ogni volta che, durante una riunione online, sento i colleghi inglesi pronunciare “look at”, il mio cervello si sveglia di colpo. Anche se ero lì a guardare la T vicina alla Y sulla tastiera o a fissare il vuoto con l’intensità di un monaco zen. “Look at…”, e io subito dritto sulla sedia penso: “Ha detto Luca?”
È un riflesso pavloviano, una trappola fonetica. Il suono è simile, il contesto incerto, la colpa mia; ma anche un po’ di Zoom e il suo audio in delay.
Mi domando: succede solo a me? Oppure anche voi avete parole-trappola che vi fanno scattare in piedi come soldatini, magari in pieno blackout mentale?
Scopri di più da Luca Bonesini
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