L’articolo del New York Times che vi invito a leggere è recente, ma una rapida ricerca su Google ve ne presenterebbe molti altri simili. Un impiegato (anzi ‘Regional Manager’, diffidate gente!) di Home Depot lascia il portatile aziendale in auto, fuori dalla propria abitazione; il pc gli viene rubato ed il grande retailer si affretta a diramare un comunicato ufficiale, rassicurando che l’elaboratore non conteneva dati relativi ai clienti, ma “solo” qualche decina di migliaia di dati dei propri impiegati. Un accenno al non rispetto della security policy da parte del dipendente (ne avete sentito mai parlare in Italia?) e la dubitativa rispetto alla sanzione inflitta al medesimo (eeeh? assunzione di responsabilità? qui da noi?!?). La conclusione, dunque, è sempre la stessa: dimentichiamoci, se mai ci è balzato alla mente, una sicurezza solo tecnologica, fatta di ferro e righe di codice; sposiamo, invece, una sicurezza fatta di cultura, comportamenti, regole, buon senso, responsabilità, etc. etc. E perchè no? Anche di ferro e righe di codice.
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